Perché la Corte costituzionale si chiama Consulta?

Perché la Corte costituzionale si chiama Consulta?

Perché la Corte costituzionale si chiama Consulta?

Perché la "Consulta"? Con questo nome viene spesso designata la Corte costituzionale, perché il Palazzo della Consulta, situato a Roma, in Piazza del Quirinale, è la sede della Corte.

Come lavora la Corte costituzionale?

Al termine dell'udienza pubblica, la Corte si riunisce di nuovo, ma in "camera di consiglio", senza pubblicità, per deliberare sulla causa. Oppure la causa può essere trattata direttamente in camera di consiglio, senza discussione pubblica e sulla base dei soli atti scritti.

Quando interviene la Corte costituzionale?

Quando è sollevata una questione di costituzionalità di una norma di legge, la Corte conclude il suo giudizio, se la questione è ritenuta fondata, con una pronuncia di accoglimento, che dichiara l'illegittimità costituzionale della norma, oppure con una pronuncia di rigetto, che dichiara la questione non fondata.

Dove la Corte costituzionale?

La sede della Corte è a Roma, in Piazza del Quirinale, nel Palazzo della Consulta. Il Palazzo è stato costruito sotto il pontificato di Papa Cle- mente XII, tra il 17, sotto la direzione dell'architetto Ferdi- nando Fuga.

Che cosa è la Corte Costituzionale?

La Corte costituzionale, nell'ordinamento italiano, è il più importante organo di garanzia costituzionale. I suoi compiti sono di: verificare la conformità alla Costituzione delle leggi, statali e regionali, e degli atti aventi forza di legge (controllo di legittimità costituzionale);

Come vengono prese le decisioni della Corte Costituzionale?

La Corte funziona con l'intervento di almeno undici giudici. Le decisioni sono deliberate in camera di consiglio dai giudici presenti a tutte le udienze in cui si è svolto il giudizio e vengono prese con la maggioranza assoluta dei votanti.

Come decide la Corte costituzionale?

L'elezione avviene in ogni caso a maggioranza assoluta, con eventuale ballottaggio. L'elezione da parte del parlamento è quella più complessa. Infatti per evitare nomine di parte, è richiesta una maggioranza dei due terzi dei componenti per i primi tre scrutini e di tre quinti in quelli successivi.

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