Come si vive con il VAD?
Sommario
Come si vive con il VAD?
La degenza complessiva dopo un impianto di VAD è di circa 20-30 giorni. Le persone sottoposte all'impianto di un VAD notano una enorme differenza rispetto alla vita di prima, quando ogni minimo sforzo era proibitivo. Grossa parte delle attività di una vita normale si possono riprendere.
Quanto dura l'intervento di impianto VAD?
L'intervento dura tra le quattro e le sei ore. Esistono tre tipi di dispositivi, quello di assistenza ventricolare sinistra, quello di assistenza ventricolare destra e quello di assistenza biventricolare, che assiste entrambe le cavità.
Cos'è la pompa cardiaca?
Un VAD è una pompa meccanica che sostituisce la funzione del ventricolo sinistro, destro o entrambi. Nella maggior parte dei casi viene utilizzato un dispositivo di assistenza ventricolare sinistra (LVAD) per supportare il ventricolo sinistro. Il dispositivo viene impiantato nella punta del cuore.
Che cosa si intende per insufficienza cardiaca?
L'insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco è una condizione per cui il cuore non riesce a pompare sangue in quantità sufficiente da soddisfare le esigenze dell'organismo.
Quanto si vive dopo un trapianto di cuore?
L'intervento di trapianto, importante e delicato, non è esente da rischi ed ha una durata non inferiore alle cinque ore. Al termine dell'intervento, il paziente viene trasferito nell'unità di terapia intensiva.
Chi ha eseguito il primo trapianto di cuore?
Una notorietà esplosa nel mondo il 3 dicembre del 1967, quando Chris Barnard, giovane chirurgo del Groote Schuur Hospital di Città del Capo, aveva aperto il torace di un commerciante di 55 anni e vi aveva trapiantato il cuore di una ragazza di 24, morta in un incidente stradale.
Come spiegare ai bambini il cuore?
0:373:50Clip suggerito · 56 secondiIl funzionamento del cuore - YouTubeYouTube
In che modo si contrae il cuore?
Come tutti i muscoli, anche il cuore si contrae in risposta ad uno stimolo elettrico. A differenza di questi, il miocardio è però in grado di generare autonomamente lo stimolo alla contrazione, grazie alla presenza di un particolare elemento anatomico, detto nodo seno atriale.