Come si riconosce un TIA?

Come si riconosce un TIA?

Come si riconosce un TIA?

Intorpidimento o paralisi temporanea di un lato del corpo, che interessa volto, braccia e gambe (emiparesi). Diminuzione della sensibilità (ipoestesia). Disturbo visivo con visione doppia (adiplopia), offuscata o cecità. Difficoltà a muoversi, perdita di equilibrio, incoordinazione, vertigini.

Cosa succede dopo un TIA?

Dopo un Tia, ci si sente bene come prima. “Ma un evento come questo aumenta la possibilità di avere un ictus entro un mese- spiega il Direttore della Neurologia e Stroke Unit-. In particolare, il rischio si innalza nella finestra temporale che va dai primi 3 ai 15 giorni seguenti.

Quali sono le cause di un TIA?

Cause di TIA sono anche le malattie che alterano la coagulazione o la fluidità del sangue. Altri fattori di rischio per l'attacco ischemico transitorio sono l'ipertensione arteriosa, gli elevati livelli di trigliceridi e colesterolo, il diabete, il fumo, l'abuso di alcol, l'obesità e l'inattività fisica.

Cosa fare in caso di TIA?

IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO

  1. Anticoagulanti. Quelli classici sono l'eparina e il warfarin (o coumadin). ...
  2. Antiaggreganti piastrinici. L'antiaggregante piastrinico più usato è l'aspirina; in alternativa, si ricorre al dipiridamolo e al clopidogrel.

Cosa fare dopo un'ischemia?

Chiama subito il 118! In caso di sintomi di ictus, non bisogna perdere tempo ma chiamare subito il 118 (NO la Guardia Medica, NO il Medico di famiglia) e farsi portare in ospedale. Mai aspettare che il sintomo passi da solo.

Come si fa a vedere se c'è stata un'ischemia?

Quali sono i sintomi dell'ischemia cerebrale?

  1. problemi alla vista (come cecità da un occhio e visione doppia)
  2. difficoltà a parlare.
  3. difficoltà a muoversi e a coordinare i movimenti.
  4. perdita di conoscenza.
  5. senso di debolezza a un braccio, a una gamba a una metà del corpo o esteso a tutto l'organismo.

Come si curano le piccole ischemie?

Esiste una cura specifica che, se somministrata entro le prime ore dall'attacco, permette di limitare moltissimo i danni dell'ischemia cerebrale. Si tratta della cosiddetta trombolisi: in pratica, si somministrano per via endovenosa sostanze trombolitiche, capaci di sciogliere uno dei principali componenti dei trombi.

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